30 aprile

OffiCinema: 
Omaggio a Hirokazu Kore-eda

A proposito di uno dei più grandi registi giapponesi dell'ultima generazione, autore acclamato nei festival internazionali, profondo esploratore dell'animo umano e della complessità dello spirito e della società nipponica.
Il suo film più recente, Father and Son, ha conquistato il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2013.






Al centro del cinema di Hirokazu Kore-eda c'è la natura, intesa come scenario grandioso nel quale si conclama e si dispiega la debolezza degli uomini. Questo aspetto si manifesta subito nel suo film di debutto Maboroshi dove la perdita degli affetti della protagonista è scandita attraverso il respiro della natura (pioggia, ombra, luce, ecc.). In questo poetica vi si riconoscono molti tributi significativi da Hous Hsiao-hen ad Anghelopoulos fino a Ozu Yashuijro. Il film ha ottenuto riconoscimenti importanti a livello internazionale come il premio Osella d'Oro a Venezia. 




La notorietà internazionale per Koreeda arriverà con il successivo film Wonderful Life (distribuito con il titolo di After Life, favola metafisica sospesa tra cielo e terra sul passaggio dalla vita alla morte durante il quale i protagonisti sono invitati a portare solo un ricordo, lasciando tutti gli altri. Nel seguente Distance il maestro giapponese prende un argomento di bruciante attualità: descrive il dolore e la vergogna di una famiglia di un bioterrorista morto in un'azione suicida. Un tema doloroso e stringente come quello del successivo di Nobody Knows, tratto da una storia vera e drammatica (quella di quattro fratellini abbandonati dalla madre) che sconvolse il Giappone negli anni 80. Nella produzione successiva Koreeda si distacca da questo umanesimo della sua produziona autoriale per avvicinarsi a una produzione più commerciale che caratterizza i suoi ultimi due film Hana e Air Doll un racconto bizzarro tratto dalla tradizione dei manga.






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