20 aprile 2012, "Pina" di Wim Wenders


Pina
(id.)
di Wim Wenders
Con Pina Bausch
Francia/Germania/GB, 2011
Durata: 106’
Documentario


Wim Wenders, amico e ammiratore della coreografa Pina Bausch, pensava da molti anni a un film su di lei. Con la morte della donna sembrava che il progetto dovesse arenarsi, ma Wenders ha deciso di andare avanti per rendere omaggio al suo straordinario e innovativo teatro-danza.





Cafè Müller”, “Kontakthof”, “Vollmond” e soprattutto quel capolavoro assoluto che è la versione di Pina de “Le Sacre du Printemps” sono le coreografie scelte per Pina, intervallate da a solo dei danzatori del Tanztheater Wuppertal che reinterpretano gli insegnamenti e i movimenti di Pina, rendendole omaggio, dimostrando allo spettatore – anche a quello più digiuno di questa arte del movimento – come uno stesso gesto possa assumere differenti valenze e significati a seconda di chi lo esegue e lo interpreta.
Wenders porta la danza fuori. Fuori dal teatro della compagnia stabile, fuori dagli studi di prova, le restituisce quel palcoscenico naturale che è la vita, lascia che i danzatori si muovano in cima a una collina, sotto la monorotaia di Wuppertal, sul treno, in una piscina… Il movimento si riappropria dello spazio che gli appartiene, in una sensazione tattile, in una regia assoluta e partecipativa che fa sentire lo spettatore parte di un tutto che si respira, si tocca, si esperisce. Proprio come voleva Pina.
Perché sopra ogni elemento di questo film c’è lei, non solo quando danza in completa solitudine sullo sfondo di “Cafè Müller”, ma in “Ogni gesto, ogni passo, ogni singolo movimento”. La rivoluzionaria dallo sguardo più dolce e più penetrante dell’ultimo millennio vive ancora. Finché si danzerà, nulla sarà perduto.
(Federica Aliano, da Film.it)

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